《达芬奇密码》第一章(03)
"Hai bisogno di una vacanza, Robert."
L’ultimo anno lo aveva stancato moltissimo, ma a Langdon non piaceva vederne la prova allo specchio. I suoi occhi azzurri, di solito acuti e vivaci, erano velati e gonfi. La mascella forte era coperta dalla barba scura di un giorno e così il mento, tagliato verticalmente da una fossetta. Sulle tempie, le strisce grigie si erano allargate, annettendosi nuove aree del suo cespu-glio di capelli scuri e ricciuti. Anche se le colleghe sostenevano che il gri-gio accentuava il suo fascino di studioso, Langdon non si faceva illusioni.
"Se il ’Boston Magazine’ mi vedesse ora."
Il mese precedente, con grande imbarazzo di Langdon, il "Boston Magazine" lo aveva elencato tra le dieci persone più affascinanti della cit-tà, un discutibile onore che lo aveva reso oggetto di infinite battute da par-te dei colleghi di Harvard. Quella sera, a cinquemila chilometri da casa, il complimento era tornato ad assillarlo alla conferenza da lui tenuta.
?Signore e signori? aveva detto la moderatrice, parlando all’aula piena, nel Pavillon Dauphine dell’Università americana di Parigi ?il nostro ospite di questa sera non ha bisogno di presentazione. è autore di numerosi libri: La simbologia delle sette segrete, L’arte degli Illuminati, Il linguaggio perduto degli ideogrammi, e quando affermo che ha scritto il testo fonda-mentale sulla Iconologia della religione intendo questa frase alla lettera. Molti di voi usano il suo volume nei loro corsi.?
Gli studenti che facevano parte del pubblico avevano annuito con entu-siasmo.
?Avevo pensato di presentarlo ricapitolando il suo impressionante curri-culum vitae. Però...? Aveva guardato ironicamente Langdon, che sedeva accanto a lei. ?Una persona del pubblico mi ha appena passato una presen-tazione assai più, per così dire... "seducente".?
E aveva mostrato una copia del "Boston Magazine".
Langdon si era sentito correre un brivido lungo la schiena. "Dove diavo-lo è andata a pescarlo?"