意大利语综合考试辅导复习资料31
分类: 意大利语
时间: 2019-01-22 16:12:53
作者: 全国等级考试资料网
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La frizzante aria d’aprile sferzava il finestrino aperto della Citro?n ZX che correva a sud dopo avere lasciato Place Vend?me. Nel sedile del pas-seggero, Robert Langdon osservava la città passare veloce accanto a lui e cercava di chiarirsi i pensieri. Dopo avere fatto una rapida doccia ed esser-si rasato, il suo aspetto era tornato ragionevolmente presentabile, ma le preoccupazioni gli erano rimaste. La spaventosa immagine del corpo del curatore rimaneva bloccata nella sua mente.
"Jacques Saunière è morto."
Langdon non poteva fare a meno di provare un forte senso di perdita per la morte del curatore. Nonostante Saunière avesse fama di essere una sorta di recluso, era facile provare venerazione per lui a causa della sua grande dedizione alle arti. I suoi libri sui codici segreti celati nei quadri di Poussin e Teniers erano tra i testi adottati da Langdon per i suoi corsi. Lui aveva aspettato con ansia l’incontro di quella sera ed era rimasto deluso quando il curatore non era comparso.
Di nuovo l’immagine del curatore si presentò alla sua mente. "è stato Jacques Saunière a ridursi in quel modo?" Langdon si voltò a guardare dal finestrino, costringendosi a fugare quella visione.
All’esterno dell’auto, la città cominciava allora a chiudere le sue attività: i venditori ambulanti portavano via i loro carretti di amandes caramellate, i camerieri trasferivano sul marciapiede i sacchi di immondizia, una coppia di innamorati tiratardi si stringeva per riscaldarsi, mentre soffiava il vento profumato di germogli di gelsomino. La Citro?n viaggiava con autorità in mezzo al caos: la sua sirena bitonale e dissonante si apriva la strada in
mezzo al traffico, come un coltello.
?Le capitaine era molto lieto, quando ha scoperto che lei era ancora a Parigi? disse il poliziotto, parlando per la prima volta da quando avevano lasciato l’hotel. ?Una coincidenza fortunata.?
Langdon si sentiva tutt’altro che fortunato e la coincidenza non era una categoria di cui si fidasse molto. Avendo trascorso la vita a esplorare i col-legamenti nascosti tra i diversi emblemi e le diverse ideologie, vedeva il mondo come una rete di storie e di eventi profondamente intrecciati tra lo-ro. "I collegamenti possono essere invisibili" aveva spesso ripetuto ai suoi allievi di simbologia a Harvard "ma ci sono sempre, sepolti appena sotto la superficie." ?Suppongo? disse ?che sia stata l’Università americana di Pa-rigi a dirvi dove alloggiavo.?
Il poliziotto scosse la testa. ?L’Interpol.?
"L’Interpol" pensò Langdon. "Naturalmente." Si era dimenticato che la richiesta, in apparenza innocua, di tutti gli hotel europei di vedere il passa-porto quando ci si registrava per una camera non era solo una stramba formalità del Vecchio Continente, ma era un obbligo di legge. Ogni notte, in tutta l’Europa, i funzionari dell’Interpol potevano individuare con esat-tezza chi dormisse in ciascun albergo. Trovare Langdon al Ritz non dove-va avere richiesto più di cinque secondi.
Mentre la Citro?n accelerava verso sud, comparve la sagoma illuminata della Torre Eiffel, che in lontananza, a destra, svettava verso il cielo scuro della notte. Nel vederla, a Langdon tornò alla mente Vittoria e la scherzosa promessa che si erano scambiati un anno prima, di incontrarsi ogni sei me-si in qualcuno dei punti più romantici del mondo. La Torre Eiffel, pensava Langdon, sarebbe potuta benissimo entrare nell’elenco ma, purtroppo, ave-va baciato per l’ultima volta Vittoria in un rumoroso aeroporto di Roma, più di un anno addietro.
?L’ha mai montata?? chiese il poliziotto.
Colto di sorpresa, Langdon si augurò di avere capito male. ?Scusi??
?è bella, vero?? soggiunse il poliziotto, indicando la Torre Eiffel. ?C’è già montato??
?No, non sono mai salito sulla torre.?
?è il simbolo della Francia. Secondo me è perfetta.?
Langdon annuì senza compromettersi. Gli studiosi di simboli spesso os-servavano come la Francia — paese famoso per il machismo, l’adulterio e i suoi capi di Stato insicuri e di bassa statura come Napoleone e Pipino il Breve — non avrebbe potuto scegliere un simbolo nazionale più adatto di
La frizzante aria d’aprile sferzava il finestrino aperto della Citro?n ZX che correva a sud dopo avere lasciato Place Vend?me. Nel sedile del pas-seggero, Robert Langdon osservava la città passare veloce accanto a lui e cercava di chiarirsi i pensieri. Dopo avere fatto una rapida doccia ed esser-si rasato, il suo aspetto era tornato ragionevolmente presentabile, ma le preoccupazioni gli erano rimaste. La spaventosa immagine del corpo del curatore rimaneva bloccata nella sua mente.
"Jacques Saunière è morto."
Langdon non poteva fare a meno di provare un forte senso di perdita per la morte del curatore. Nonostante Saunière avesse fama di essere una sorta di recluso, era facile provare venerazione per lui a causa della sua grande dedizione alle arti. I suoi libri sui codici segreti celati nei quadri di Poussin e Teniers erano tra i testi adottati da Langdon per i suoi corsi. Lui aveva aspettato con ansia l’incontro di quella sera ed era rimasto deluso quando il curatore non era comparso.
Di nuovo l’immagine del curatore si presentò alla sua mente. "è stato Jacques Saunière a ridursi in quel modo?" Langdon si voltò a guardare dal finestrino, costringendosi a fugare quella visione.
All’esterno dell’auto, la città cominciava allora a chiudere le sue attività: i venditori ambulanti portavano via i loro carretti di amandes caramellate, i camerieri trasferivano sul marciapiede i sacchi di immondizia, una coppia di innamorati tiratardi si stringeva per riscaldarsi, mentre soffiava il vento profumato di germogli di gelsomino. La Citro?n viaggiava con autorità in mezzo al caos: la sua sirena bitonale e dissonante si apriva la strada in
mezzo al traffico, come un coltello.
?Le capitaine era molto lieto, quando ha scoperto che lei era ancora a Parigi? disse il poliziotto, parlando per la prima volta da quando avevano lasciato l’hotel. ?Una coincidenza fortunata.?
Langdon si sentiva tutt’altro che fortunato e la coincidenza non era una categoria di cui si fidasse molto. Avendo trascorso la vita a esplorare i col-legamenti nascosti tra i diversi emblemi e le diverse ideologie, vedeva il mondo come una rete di storie e di eventi profondamente intrecciati tra lo-ro. "I collegamenti possono essere invisibili" aveva spesso ripetuto ai suoi allievi di simbologia a Harvard "ma ci sono sempre, sepolti appena sotto la superficie." ?Suppongo? disse ?che sia stata l’Università americana di Pa-rigi a dirvi dove alloggiavo.?
Il poliziotto scosse la testa. ?L’Interpol.?
"L’Interpol" pensò Langdon. "Naturalmente." Si era dimenticato che la richiesta, in apparenza innocua, di tutti gli hotel europei di vedere il passa-porto quando ci si registrava per una camera non era solo una stramba formalità del Vecchio Continente, ma era un obbligo di legge. Ogni notte, in tutta l’Europa, i funzionari dell’Interpol potevano individuare con esat-tezza chi dormisse in ciascun albergo. Trovare Langdon al Ritz non dove-va avere richiesto più di cinque secondi.
Mentre la Citro?n accelerava verso sud, comparve la sagoma illuminata della Torre Eiffel, che in lontananza, a destra, svettava verso il cielo scuro della notte. Nel vederla, a Langdon tornò alla mente Vittoria e la scherzosa promessa che si erano scambiati un anno prima, di incontrarsi ogni sei me-si in qualcuno dei punti più romantici del mondo. La Torre Eiffel, pensava Langdon, sarebbe potuta benissimo entrare nell’elenco ma, purtroppo, ave-va baciato per l’ultima volta Vittoria in un rumoroso aeroporto di Roma, più di un anno addietro.
?L’ha mai montata?? chiese il poliziotto.
Colto di sorpresa, Langdon si augurò di avere capito male. ?Scusi??
?è bella, vero?? soggiunse il poliziotto, indicando la Torre Eiffel. ?C’è già montato??
?No, non sono mai salito sulla torre.?
?è il simbolo della Francia. Secondo me è perfetta.?
Langdon annuì senza compromettersi. Gli studiosi di simboli spesso os-servavano come la Francia — paese famoso per il machismo, l’adulterio e i suoi capi di Stato insicuri e di bassa statura come Napoleone e Pipino il Breve — non avrebbe potuto scegliere un simbolo nazionale più adatto di