《达芬奇密码》第二章(05)
Langdon annuì senza compromettersi. Gli studiosi di simboli spesso os-servavano come la Francia — paese famoso per il machismo, l’adulterio e i suoi capi di Stato insicuri e di bassa statura come Napoleone e Pipino il Breve — non avrebbe potuto scegliere un simbolo nazionale più adatto di
quello: un fallo eretto, alto trecento metri.
Quando raggiunsero l’intersezione con Rue de Rivoli, il semaforo era rosso, ma la Citro?n non rallentò. Il tenente Collet accelerò per superare l’incrocio ed entrò in un tratto alberato di Rue de Castiglione, che faceva da ingresso settentrionale ai famosi giardini delle Tuileries. Molti turisti pensavano che il nome "Jardin des Tuileries" si riferisse alle migliaia di tu-lipani che sbocciavano laggiù, ma "Tuileries" si riferiva in realtà a qualco-sa di molto meno romantico. Quel parco era un tempo un enorme scavo, una sorta di sentina malsana della città, da cui i costruttori parigini scava-vano l’argilla per fabbricare le famose tegole rosse parigine, ossia le tuiles.
Quando entrarono nei giardini deserti, il tenente Collet infilò la mano sotto il cruscotto e spense l’assordante sirena. Langdon trasse un lungo so-spiro e si godette per qualche istante l’assoluto silenzio. All’esterno dell’au-to, il pallido raggio dei fari alogeni scivolava sulla ghiaia della strada albe-rata del parco e il rumore delle ruote scandiva un ritmo ipnotico. Langdon aveva sempre considerato le Tuileries terreno sacro. Erano i giardini dove Claude Monet aveva sperimentato con la forma e col colore e aveva lette-ralmente ispirato la nascita del movimento impressionista. Quella sera, pe-rò, vi regnava una strana atmosfera minacciosa.
La Citro?n svoltò a sinistra e si diresse a est lungo il boulevard centrale del parco. Dopo avere girato attorno a un laghetto circolare, il poliziotto at-traversò un viale spoglio per entrare in un’ampia piazza quadrata. Langdon vedeva ora la fine delle Tuileries, contrassegnata da un gigantesco arco di pietra.