意大利语学习:意语阅读之《十日谈》(3)
Note
A cura di Laura Barberi.
Il Decameron fu composto da Boccaccio tra il 1349 e il
1351, gli anni centrali della sua vita e gli anni della ma-
turità artistica, a Firenze, sua città d’origine. L’opera, il
cui titolo deriva dal greco e significa "dieci giorni", è
una raccolta di cento novelle, raccontate in dieci giorna-
te, appunto, tutte inquadrate in una complessa cornice
narrativa. L’autore si immagina che durante la peste del
1348 si incontrino nella chiesa di Santa Maria Novella
sette giovani donne e tre giovani i quali, per sfuggire ai
rischi di contagio della terribile pestilenza oltre che al-
l’atmosfera di morte che regna a Firenze, decidano di
trovare rifugio in una villa in campagna. Qui trascorro-
no due settimane tra canti, balli e racconti: infatti per
meglio far trascorrere il tempo a disposizione i dieci de-
cidono di raccontare delle novelle, dieci ogni giorno
(tranne il venerdì e il sabato, per riguardo alla
religione), una ciascuno. Ogni giorno viene eletto una
regina o un re che sceglie il tema al quale bisognerà at-
tenersi nei racconti, da questo vincolo sono escluse la
prima e la nona giornata che sono a tema libero e l’ulti-
ma novella di ogni giornata sempre raccontata da uno
dei tre giovani, Dioneo, il quale ha la facoltà di scegliere
l’argomento che preferisce. Le giornate si concludono
con il canto di una ballata. I temi scelti riguardano nella
seconda e nella terza giornata i casi della fortuna; nella
quarta e la quinta avventure amorose con lieto fine op-
pure dall’esito infelice; poi si passa a «motti» e beffe at-
traverso i quali si esprime l’ingegno umano fino all’ulti-
ma giornata dedicata a celebrare la «cortesia», suprema
virtù cavalleresca valida per il Boccaccio anche nella
nuova realtà mercantile, subentrata alle corti medievali,
che le novelle nel loro complesso illustrano.
La presenza di questo tipo di cornice che ingloba le cen-
to novelle dà vita ad una notevole complessità struttura-
le: innanzitutto la presenza di due distinti livelli di nar-
razione: da un lato il narratore della cornice, autore del
Proemio, del prologo alla prima giornata con la descri-
zione della peste, dell’incontro dei giovani, delle rubri-
che (il riassunto posto all’inizio di ogni novella), dell’in-
troduzione alla quarta giornata dove si difende dalle ac-
cuse di licenziosità, e dell’epilogo. All’interno della cor-
nice si collocano poi i dieci giovani ai quali è delegato il
compito di raccontare le novelle. Dei dieci novellatori
solo alcuni spiccano per tratti individuali ben marcati,
per lo più sono figure di maniera la cui importanza sta
proprio nella loro omogeneità: esso rappresentano il
pubblico ideale al quale si rivolgono le novelle del Boc-
caccio: un pubblico colto, raffinato, ricco, signorile, ca-
pace di «ridere e divertirsi dei mille casi della vita, inca-
paci di andare al di là dei limiti che fissano la decenza e
il pudore». Una brigata di giovani che rappresenta ideal-
mente le linee di comportamento e i gusti della nuova
aristocrazia mercantile emersa durante l’età comunale.
Il tratto saliente del Decameron è senz’altro la varietà te-
matica: il gran numero di situazioni diverse, di perso-
naggi appartenenti a tutte le classi sociali, di ambienta-
zioni geografiche. Boccaccio descrive una realtà a tutto
tondo, non trascurando nessun aspetto della vita, ma
anzi includendo in un’opera letteraria temi che prece-
dentemente erano stati considerati materia non poetabi-
le. Questa registrazione della realtà "in presa diretta" è il
vero filo conduttore dell’opera: un’osservazione empiri-
ca della realtà, atteggiamento inedito per i tempi, alla
quale non è associata nessuna preoccupazione morale.