意大利语综合考试辅导复习资料34
分类: 意大利语
时间: 2019-01-22 16:12:52
作者: 全国等级考试资料网
Il capitano Bezu Fache camminava come un toro incollerito, con le spal-le dritte e il mento piantato nel petto. Aveva i capelli neri e lucidi, pettinati all’indietro, con un ciuffo centrale dall’attaccatura simile alla punta di una freccia, che divideva in due ben distinte parti la fronte sporgente e lo pre-cedeva come la prua di una nave da guerra. Mentre avanzava, i suoi occhi
scuri parevano scavare la terra davanti a lui e davano un’impressione di fe-rocia che corrispondeva alla sua fama di severità in ogni cosa.
Langdon seguì il capitano lungo la famosa scalinata di marmo che por-tava nell’atrio sotterraneo, sotto la piramide di vetro. Mentre scendevano, passarono accanto a due agenti della polizia giudiziaria armati di mitra-gliette. Il messaggio era chiaro: questa notte nessuno entra, nessuno esce senza il permesso del capitano Fache.
Scendendo sotto il livello del terreno, Langdon provò un crescente al-larme. La presenza di Fache era tutt’altro che rassicurante e il Louvre, a quell’ora della notte, aveva un aspetto sepolcrale. La scala, come quella di certi cinematografi, era illuminata da sottili strisce di luce incassate nell’al-zata dello scalino. Langdon sentiva i propri passi echeggiare sul vetro, in alto. Alzò gli occhi e vide svanire oltre il tetto trasparente qualche ricciolo di nebbia illuminata, proveniente dalle fontane.
?Lei approva?? chiese Fache, indicando col mento la piramide.
Langdon sospirò. Non aveva più voglia di giocare. ?Sì, la vostra pirami-de è magnifica.?
Fache brontolò: ?Una ferita sulla faccia di Parigi?.
"Uno a zero." Langdon sentiva che il suo accompagnatore era un uomo difficile da accontentare. Si domandò se Fache sapesse che la piramide, per esplicita richiesta del presidente Mitterrand, era costituita di esattamente 666 lastre di vetro, una bizzarra richiesta che era ancora oggetto di discus-sione da parte degli appassionati di esoterismo, per i quali il 666 era il nu-mero della Bestia, ossia di Satana.
Langdon preferì lasciar perdere. A mano a mano che si inoltravano nel foyer sotterraneo, le sue superfici cominciarono a emergere dall’ombra. Costruito diciassette metri sotto il livello del suolo, il nuovo atrio del Lou-vre, settemila metri quadrati, si allungava come una grotta infinita. Con il suo marmo di un caldo color ocra intonato alla pietra color miele della fac-ciata sovrastante, la sala sotterranea era in genere piena di luce e di turisti. Quella notte, invece, l’atrio era spoglio e scuro e l’intero spazio dava un senso di gelo che richiamava alla mente l’atmosfera di una cripta.
?E gli agenti del servizio di sicurezza del museo?? chiese Langdon.
?En quarantaine? rispose Fache, in tono leggermente offeso, come se lo studioso avesse messo in dubbio l’integrità dei suoi uomini. ?Ovviamente, questa sera è entrato qualcuno che non doveva entrare. Tutti i guardiani notturni sono stati riuniti in un’altra ala per essere interrogati. Saranno i miei agenti a occuparsi della sicurezza del museo per questa notte.?
Langdon annuì. Accelerò il passo per non allontanarsi da Fache.
?Conosceva bene Jacques Saunière?? chiese il capitano.
?In realtà non lo conoscevo affatto. Non l’ho mai incontrato.?
Fache fece la faccia sorpresa. ?E il vostro primo incontro doveva avere luogo questa notte??
?Sì. Ci eravamo dati appuntamento nella portineria dell’Università ame-ricana, alla fine della mia conferenza, ma lui non è venuto.?
Fache prese un appunto in un quadernetto. Mentre camminavano, Lan-gdon scorse anche la seconda, meno importante piramide del Louvre — la Pyramide Inversée — un enorme lucernario capovolto che scendeva dal soffitto come una stalattite, in una parte del mezzanino vicino a dove si trovavano loro. Fache salì alcuni scalini fino a una galleria dalla volta ad arco che portava la scritta: DENON. L’ala Denon era la più famosa delle tre principali sezioni del Louvre.
?Chi ha organizzato l’incontro di questa sera?? chiese all’improvviso Fa-che. ?Lei o Saunière??
La domanda era leggermente strana, date le abitudini del curatore del Louvre. ?Il signor Saunière? rispose Langdon mentre entravano nella gal-leria. ?La sua segretaria mi ha mandato un’e-mail qualche settimana fa. Ha detto che il curatore sapeva della conferenza e che voleva discutere alcuni particolari con me, mentre ero a Parigi.?
scuri parevano scavare la terra davanti a lui e davano un’impressione di fe-rocia che corrispondeva alla sua fama di severità in ogni cosa.
Langdon seguì il capitano lungo la famosa scalinata di marmo che por-tava nell’atrio sotterraneo, sotto la piramide di vetro. Mentre scendevano, passarono accanto a due agenti della polizia giudiziaria armati di mitra-gliette. Il messaggio era chiaro: questa notte nessuno entra, nessuno esce senza il permesso del capitano Fache.
Scendendo sotto il livello del terreno, Langdon provò un crescente al-larme. La presenza di Fache era tutt’altro che rassicurante e il Louvre, a quell’ora della notte, aveva un aspetto sepolcrale. La scala, come quella di certi cinematografi, era illuminata da sottili strisce di luce incassate nell’al-zata dello scalino. Langdon sentiva i propri passi echeggiare sul vetro, in alto. Alzò gli occhi e vide svanire oltre il tetto trasparente qualche ricciolo di nebbia illuminata, proveniente dalle fontane.
?Lei approva?? chiese Fache, indicando col mento la piramide.
Langdon sospirò. Non aveva più voglia di giocare. ?Sì, la vostra pirami-de è magnifica.?
Fache brontolò: ?Una ferita sulla faccia di Parigi?.
"Uno a zero." Langdon sentiva che il suo accompagnatore era un uomo difficile da accontentare. Si domandò se Fache sapesse che la piramide, per esplicita richiesta del presidente Mitterrand, era costituita di esattamente 666 lastre di vetro, una bizzarra richiesta che era ancora oggetto di discus-sione da parte degli appassionati di esoterismo, per i quali il 666 era il nu-mero della Bestia, ossia di Satana.
Langdon preferì lasciar perdere. A mano a mano che si inoltravano nel foyer sotterraneo, le sue superfici cominciarono a emergere dall’ombra. Costruito diciassette metri sotto il livello del suolo, il nuovo atrio del Lou-vre, settemila metri quadrati, si allungava come una grotta infinita. Con il suo marmo di un caldo color ocra intonato alla pietra color miele della fac-ciata sovrastante, la sala sotterranea era in genere piena di luce e di turisti. Quella notte, invece, l’atrio era spoglio e scuro e l’intero spazio dava un senso di gelo che richiamava alla mente l’atmosfera di una cripta.
?E gli agenti del servizio di sicurezza del museo?? chiese Langdon.
?En quarantaine? rispose Fache, in tono leggermente offeso, come se lo studioso avesse messo in dubbio l’integrità dei suoi uomini. ?Ovviamente, questa sera è entrato qualcuno che non doveva entrare. Tutti i guardiani notturni sono stati riuniti in un’altra ala per essere interrogati. Saranno i miei agenti a occuparsi della sicurezza del museo per questa notte.?
Langdon annuì. Accelerò il passo per non allontanarsi da Fache.
?Conosceva bene Jacques Saunière?? chiese il capitano.
?In realtà non lo conoscevo affatto. Non l’ho mai incontrato.?
Fache fece la faccia sorpresa. ?E il vostro primo incontro doveva avere luogo questa notte??
?Sì. Ci eravamo dati appuntamento nella portineria dell’Università ame-ricana, alla fine della mia conferenza, ma lui non è venuto.?
Fache prese un appunto in un quadernetto. Mentre camminavano, Lan-gdon scorse anche la seconda, meno importante piramide del Louvre — la Pyramide Inversée — un enorme lucernario capovolto che scendeva dal soffitto come una stalattite, in una parte del mezzanino vicino a dove si trovavano loro. Fache salì alcuni scalini fino a una galleria dalla volta ad arco che portava la scritta: DENON. L’ala Denon era la più famosa delle tre principali sezioni del Louvre.
?Chi ha organizzato l’incontro di questa sera?? chiese all’improvviso Fa-che. ?Lei o Saunière??
La domanda era leggermente strana, date le abitudini del curatore del Louvre. ?Il signor Saunière? rispose Langdon mentre entravano nella gal-leria. ?La sua segretaria mi ha mandato un’e-mail qualche settimana fa. Ha detto che il curatore sapeva della conferenza e che voleva discutere alcuni particolari con me, mentre ero a Parigi.?